lunedì 14 dicembre 2009

La luce di Maria

Maria così dolce, così mamma. Umana e perfetta allo stesso tempo, tutta proiettata verso il suo figlio, il suo Dio. Lei è proprio come la immaginavo. Ma Giuseppe così incazzato proprio non lo avevo mai visto. Nel mio presepio ha sempre quell'espressione un po' insulsa, come di uno che è lì per caso. Ma oggi era proprio al posto giusto. Giuseppe così umano. Non ha proprio nulla di perfetto. Tutto ciò che può vedere lo ha già lì davanti. L'unica cosa che può fare è urlare rabbia e disperazione per ciò che non comprende.
Mentre canto Maria e suo figlio mi specchio in questo Giuseppe. E nel mio canto c'è speranza ma anche disperazione, lode ma anche supplica, amore fedele ma anche tentazione, durezza ma anche fragilità , gioia ma anche smarrimento.
E vorrei esplodere, come Giuseppe in faccia a Maria, per questo turbine di contraddizioni.
Ma lei è così bella, così luminosa che preferisco guardarla in silenzio.
Guardarle gli occhi neri profondi, rossi di lacrime che scendono senza un perché; mentre le labbra si appoggiano leggere su un flauto e le dita vibrano le corde di un'arpa; quando insegna il Natale sotto un velo grigio e mentre intona il dan di una campana; quando parla di un fidanzato lontano e gli occhi di cielo scintillano senza saperlo; quando mi osserva dai banchi della chiesa ed è lì apposta per me e pure negli affanni dei giorni è lì per il suo uomo, per suo figlio, per un nipote; seduti a un tavolo commentando i canti e accompagnandola all'uscita discutendo di adempimenti fiscali tra le colonne di un chiostro.
Non posso capire, non devo comprendere. Contemplare il mistero e offrirgli le mie contraddizioni.
E' tutto quello che mi rimane.

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