giovedì 22 aprile 2010

Musica e canto......

Porterò stasera alle prove la lettera che Michael mi ha spedito domenica sera, e penso che ancora una volta gioiremo insieme leggendola.
A nessuno ho detto di averla ricevuta, anche se avrei voluto farlo subito, ma penso sia più giusto leggerla tutti insieme.
Penso che le emozioni di sabato e domenica scorsi siano la prova che, malgrado qualche reticenza iniziale, valga la pena buttarsi in simili avventure, magari impegnative ma così gratificanti, che il fatto di cantare nel coro ci offre.
Ne sono la prova gli interventi di Cesare e Michele, così belli e significativi nella loro semplicità, ma anche gli occhi lucidi dei "Miei" soprani e contralti ed il sorriso benevolo e saggio dei "Miei" tenori e bassi dopo il canto finale alla Messa di domenica mattina.
Il canone che hanno intonato al termine del rinfresco era davvero, come dice Michele, incomprensibile, ma "Musica e canto non hanno confini".
Così ci siamo ritrovati a cantarlo insieme nell' unico linguaggio universale: " Il cantare insieme".
Non so se riusciremo ad andare a Londra, di sicuro però, abbiamo già gettato un ponte sulla Manica con i nostri canti e "Finchè i popoli cantano possiamo ancora sperare........"

domenica 18 aprile 2010

CANTATE FRIENDS

Non avevo voglia di alzarmi da quel divano, togliermi la tuta calda e comoda. Non avevo voglia di mettermi quel vestito blu (in)gessato, di farmi il nodo alla cravatta. Non avevo voglia di uscire in un crepuscolo grigio e umidiccio, di incontrare gente nuova, sforzarmi di parlare con sconosciuti in un’altra lingua. Ma quando sono entrato in quella bella chiesa, che cosa strana, loro mi sono venuti incontro. Ero forse io lo straniero? Gli occhi sorridenti, i nomi ben scanditi: << Buonasera: Lola; buonasera: Claire; I’m Rob; my name is John! >>. << I’m Michele >>. E’ un nome strano per gli inglesi, non lo capiscono subito e fanno fatica a pronunciarlo. Ne so qualcosa per via del lavoro. E allora, di fronte ai loro sguardi un po’ spaesati mi sono fatto un po’ inglese io: <>. E loro mi salutano e mi parlano come fossero veramente contenti di farlo! Così come si guardano sorridendosi l’un l’altro al “fa lala” di quel canto allegro. E a mezzanotte, quando intonano quel canone dalle parole incomprensibili, prima tra loro, a piccoli gruppi, ancora guardandosi negli occhi come se stessero parlandosi, poi vengono verso di noi e la loro voce è diventata la nostra voce, sono stato felice di aver indossato ancora una volta quell’ (in)gessato vestito blu.

Serata con il coro di Londra

E' stata una bellissima serata! Per un attimo mi è sembrato di essere a Taizè: tutti inseme per una cosa comune, in questo caso il canto, tutti amici anche se era la prima volta che ci incontravamo, senza problemi di nazionalità o altro... Grazie per questa esperienza positiva

lunedì 5 aprile 2010

camminare insieme....

Abbiamo cantato per quattro giorni consecutivi, abbiamo gioito, ci siamo emozionati, magari anche arrabbiati, un gruppo di giovani ha vissuto un servizio alla comunità (cantare nel coro non è solo roba da vecchi), cantando abbiamo pregato, forse ci siamo un pò stancati.
Ancora una volta però, ringrazio il Signore per il grande dono del coro, per avermi messo vicino dei compagni di strada così generosi e belli.