martedì 12 maggio 2009

Assisi un ricordo colorato

E' passata solo una settimana dal soggiorno ad Assisi (già una settimana?) e sono grata al presidente di aver rotto il ghiaccio in proposito. A me è capitato di non riuscire a mettere in fila i pensieri. L'emozione, la contentezza, la soddisfazione... la "perfetta letizia" sono prepotenti e quando le parole arrivavano alla bocca si trasformavano solo in sorriso. Incontro persone per strada che con me hanno condiviso il viaggio, non dicono nulla e sorridono; vengono a trovarmi in bottega, non dicono nulla e sorridono, per telefono sorridono...Quando i ricordi si trasformano in sorriso vuol dire che è stato bello. Quanto non si riesce a dire.Un'esperienza così,è un dono, che ad un certo punto della vita ti viene concesso(chissà forse l'insistenza non è sempre deprecabile!) Ed è nutrimento per lo spirito e per l'anima, che fa crescere e ci rende sempre più consapevoli della ragione per cui siamo stati creati : rendere grazie al Signore non solo per le meraviglie che lui stesso ci prepara e che noi con infinita inconsapevolezza facciamo nostre, ma per la capacità di accorgerci che ciò che capita ha sempre un motivo più grande di ciò che siamo. Rendersi conto di questo è il dono più bello! Godiamocelo! Così facendo non sprechiamo nulla ... nemmeno l'errore madornale e vergognoso che mi è toccato in sorte con l' Alleluia. Ci vuole tempo e brucia parecchio ma ne intravedo il "dono"... è servito a riportarmi con i piedi per terra . Fragilità umana, presunzione, convinzione di essere arrivati sono sempre lì, dietro l'angolo. Ma noi siamo sempre in viaggio.. e intanto che preparo di nuovo le mie valige, chiedo umilmente scusa al coro intero. Donata

mercoledì 6 maggio 2009

PIETRE ANGOLARI

Le mani fredde, piccoli brividi che fanno irrigidire i muscoli, la voce che stenta a uscire; gente, a fiumi che si riversa in ogni lato, davanti, a destra, a sinistra, dietro; cordoni penzolanti attorno a vite di frati concitati; suore a L; colori, tantissimi colori che entrano negli occhi, ma non riescono ad starci tutti, sono troppi, e troppo grandi per noi: piccolo coro di provincia. Ma nel piccolo coro di provincia pulsa un grande cuore. E' quel cuore che tante volte ha sognato di essere lì. E' quel cuore che dopo tanti rinvii ha lavorato duramente su quella meta. Lo stesso cuore che ha patito le tensioni e le pressioni nel lungo viaggio dall'organizzazione all'evento. Ma questo cuore è custodito da un tiburio. La cupola è sorretta da solide colonne. Le colonne sono fatte di pietra. Pietra semplice, un po' indurita dalle fatiche di anni, ma sempre lì a reggere la cupola affinché il cuore non si stanchi troppo. A volte le pietre si bagnano, di sudore per la fatica di sorreggere o per le lacrime di un'emozione troppo grande. Ma questa umidità non le danneggia, anzi impasta la polvere che si deposita tra pietra e pietra e la cementa. Il cuore cresce, cambia, ora rallenta poi accelera e le pietre sono lì a scandirne il tempo. E il piccolo coro di provincia in quell'infinito di storia, arte e santità vacilla per un attimo. Anche le pietre tremano, ma restano salde. E poco a poco escono armonie ad unire tutte le genti di tutti i popoli nella lode del Signore. Un ultimo applauso; una pioggia di gioia bagna le pietre. Ma le pietre non cedono. Sono pietre angolari.