domenica 18 aprile 2010

CANTATE FRIENDS

Non avevo voglia di alzarmi da quel divano, togliermi la tuta calda e comoda. Non avevo voglia di mettermi quel vestito blu (in)gessato, di farmi il nodo alla cravatta. Non avevo voglia di uscire in un crepuscolo grigio e umidiccio, di incontrare gente nuova, sforzarmi di parlare con sconosciuti in un’altra lingua. Ma quando sono entrato in quella bella chiesa, che cosa strana, loro mi sono venuti incontro. Ero forse io lo straniero? Gli occhi sorridenti, i nomi ben scanditi: << Buonasera: Lola; buonasera: Claire; I’m Rob; my name is John! >>. << I’m Michele >>. E’ un nome strano per gli inglesi, non lo capiscono subito e fanno fatica a pronunciarlo. Ne so qualcosa per via del lavoro. E allora, di fronte ai loro sguardi un po’ spaesati mi sono fatto un po’ inglese io: <>. E loro mi salutano e mi parlano come fossero veramente contenti di farlo! Così come si guardano sorridendosi l’un l’altro al “fa lala” di quel canto allegro. E a mezzanotte, quando intonano quel canone dalle parole incomprensibili, prima tra loro, a piccoli gruppi, ancora guardandosi negli occhi come se stessero parlandosi, poi vengono verso di noi e la loro voce è diventata la nostra voce, sono stato felice di aver indossato ancora una volta quell’ (in)gessato vestito blu.

3 commenti:

The New Consiglier ha detto...

ecco lo sapevo che saresti venuto a soppiantare il mio post! non è giusto! nonnismo!

The President ha detto...

Davvero sono così prevedibile? Comunque l'ho scritto ancora ieri mattina, poi ho avuto tempo di caricarlo a sera. E non mi sembrava adatt come commento al tuo, cara Betti.
Ci sei cascato.. lo so che sei Cesare.

The New Consiglier ha detto...

be' io l'ho scritto la sera stessa del concerto :P comunque per stavolta va bene solo perchè sei stato nominato presidente, caro Berlusconi. (AHAH)