mercoledì 27 gennaio 2010

La memoria e la pace (27 Gennaio, giorno della memoria)

La terra è di neve, di neve le case, gli alberi, l’acqua; neve le colline, neve gli uomini.
Uomini formica calpestano, barcollano, cadono, strisciano, irrigidiscono e infine stanno in quell’immensa bianchezza. Bestemmiano il Dio onnipotente e incomprensibile che li ha voluti uomini, non formiche.
Ogni cognome italiano ha lasciato le orme su quella neve. Siamo nati là e neanche ce lo ricordiamo.
Uomini cicala non hanno terra, calpestano catrame. Non hanno neve, ma una poltiglia calda quando tocca il suolo. Camminano, senza pesi, per gioco, leggeri.
Leggeri i pensieri. Pesanti i cuori. Bestemmiano il Dio sconosciuto, abbandonato.
Non hanno lo zaino in spalle, scarponi rotti ai piedi, non hanno fame. Non hanno tempo. Nemmeno per ricordare. E il tempo lo hanno già perso
Veniamo tutti da quella neve e lo abbiamo dimenticato.
Si levano note di dolore, preghiere di pace, grida di nostalgia. Il tempo non esiste più. E’ tornato indietro nel gennaio 1943 e pure siamo qui ora.
Agli uomini formica nella neve di Russia par di sentire voci dal cielo e per un momento, forse per l’eternità, ascoltano senza paura nella sera di stelle, cullati dal suono di voci di un tempo lontano.
Quella sera siamo stati brace della memoria, piccolo seme di pace, rimedio sicuro per l’anima.

1 commento:

Gigibarbabianca ha detto...

....Tenere in vita la memoria....Seminare Pace....
Forse inconsapevolmente, ma anche questo abbiamo fatto.