mercoledì 27 aprile 2011

da un' intervista a Padre Domenico Bartolucci (Maggio 2007)

«Nei Documenti del Concilio ci sono giustamente lodi e apprezzamenti per la musica sacra che la chiesa ha sempre custodito e tramandato gelosamente. Dice il Concilio: “linguae latinae usus servetur…”. La traduzione è facile: “si conservi il latino”! In pratica s’è interpretato con l’eliminarlo completamente. Il Concilio ha fatto grandi elogi per il canto gregoriano, la polifonia e la musica sacra onde conservarne e incrementarne l’uso. In pratica si sono abbandonate le Cappelle musicali, si sono chiusi gli organi e si sono accettate, anzi volute le chitarre. La musica invece è la creatura più bella della liturgia: è nata e vissuta in chiesa e le cantorie hanno rappresentato la sua culla. Il Papa, io credo, non ha alcuna intenzione di toccare quel che ha dettato il Concilio, ma certamente non accetta l’interpretazione rovesciata che se ne è data. Io auspico un ritorno al canto gregoriano e alla polifonia e dai recenti documenti promulgati credo che anche il Papa lo desideri».

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